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Penitenziario di Coti-Chiavari
La storia del penitenziario
L'apertura della colonia penale Coti Chiavari risale alla metà del XIX secolo. I primi detenuti vi furono trasferiti via mare nel 1855. Rimase in funzione per poco più di cinquant'anni prima di essere chiusa definitivamente nel 1906, quando i detenuti furono trasferiti a Caienna.
All'epoca i prigionieri erano condannati a pene relativamente brevi, che andavano dai 3 anni a volte più di 15 anni. I prigionieri lavoravano in uno stato di semi-libertà, supervisionati da personale militare.
L'edificio è il componente principale di un complesso di edifici situati nell'area circostante che copre diverse migliaia di ettari, tra cui una polveriera e una fossa di liquami.
La vita nel penitenziario
Il sito è noto per il suo passato duro in termini di condizioni di lavoro e di detenzione. Le condizioni insalubri e il ritmo di lavoro in uno stato di malnutrizione generale indebolirono gli organismi, che erano inclini alle malattie. L'effetto cumulativo di queste condizioni fu quello di mietere numerose vittime pochi mesi dopo l'apertura del penitenziario, molte delle quali affette da malaria. Durante questo periodo, poco meno di un quarto della popolazione carceraria sopravvisse.
Questo ambiente particolarmente difficile ha favorito numerosi tentativi di fuga, a volte con la complicità degli abitanti dei villaggi. Per coloro che venivano trovati e riportati al penitenziario, la punizione doveva essere dissuasiva, con 6 mesi di isolamento nelle condizioni sanitarie più deplorevoli.
Penitenziario agricolo e costruzione della diga
I primi anni del penitenziario furono dedicati allo sviluppo del territorio, alla costruzione di edifici e strade e alla lavorazione della terra.
Durante la pena, i detenuti coltivavano e raccoglievano. Poiché il penitenziario di Coti Chiavari era un penitenziario agricolo, i detenuti costruirono una diga per trattenere l'acqua e irrigare le colture. La diga, situata a monte del penitenziario, è stata progettata in modo ingegnoso e ha resistito alla prova del tempo. È stata ristrutturata di recente, con lavori completati nel 2014. L'acqua arriva ora come in passato, riempiendo i suoi 25.000 metri cubi.
Il penitenziario oggi
Situato sulla strada per Porticcio, con vista sul Golfo di Ajaccio e sulla penisola di Isolella, l'edificio sembra oggi essere privatizzato, riservato al noleggio per l'organizzazione di vari eventi.
La storia del penitenziario di Coti Chiavari è riportata nel libro di Dominique Boudon "Le pénitencier de Coti-Chiavari", pubblicato nel 2006.